Massimiliano Verucchi, elettricista in Electra da quasi 40 anni.

Come è iniziata la tua esperienza in Electra?

Avevo 15 anni, poca voglia di studiare ma molta determinazione quando, nel 1984, bussai alla porta di Electra. Mi aprì Costantino Maestrini, il fondatore dell’azienda. Con lui ci capimmo subito e nel giro di poco fui inserito nel team come apprendista elettricista. All’epoca dovevi dimostrare sul campo quello che sapevi fare prima di sperare in uno stipendio, ma Costantino – che ha sempre creduto nel valore umano e professionale delle persone della squadra – volle da subito riconoscere il mio impegno, anche se dovevo ancora imparare il mestiere di elettricista. La prima busta paga fu infatti di 500 mila lire: ricordo ancora la soddisfazione che ho provato quando l’ho ricevuta! Da Electra non me ne sono più andato. Lì sono cresciuto, personalmente e professionalmente, per me è come una famiglia.

Quali sono i progetti che ti sono piaciuti di più o che ricordi con particolare piacere?

Sono stati tanti i progetti che mi hanno impegnato sul campo, ma due li ricordo con particolare entusiasmo.

Il primo risale alla fine degli anni Ottanta, quando Electra vinse l’appalto per realizzare l’impianto elettrico della “Casa del Nettuno”, una struttura in legno con diversi piani creata nel cortile di Palazzo d’Accursio (sede del Comune di Bologna) per ospitare la statua del Nettuno e consentirne il restauro. Ero entrato a far parte della squadra di Electra da poco più di due anni e vissi come un’operazione straordinaria la costruzione di un enorme lampadario in ferro battuto, con decine di faretti alogeni speciali per illuminare correttamente la statua in fase di restauro. Si è reso necessario posizionare il lampadario a oltre 20 metri di altezza e gli strumenti al tempo per eseguire questa operazione erano un po’ rudimentali. Lavorare insieme, uniti e spronati dalla leadership di Costantino è stato fondamentale.

Il secondo progetto che mi fa piacere condividere è la realizzazione degli impianti elettrici nella palazzina dove venne posizionata la prima macchina per la risonanza magnetica dell’Ospedale Sant’Orsola di Bologna. Una commessa innovativa, al tempo: abituati a rapportarci con la progettazione di impianti più tradizionali, cimentarci nella realizzazione di un impianto elettrico speciale a servizio della sanità, è stata una novità, uno stimolo a fare meglio. Mi ricordo che, per rispettare i tempi dell’appalto, lavorammo il sabato, la domenica e il tutto non ci pesò: per noi, esser parte di una squadra vincente, che gestiva progetti all’avanguardia, era la migliore ricompensa.

Lavori in Electra da tanto tempo, cosa ti ha spinto a non cercare altro?

Electra, per me, è casa. Negli anni ho sempre avuto la serenità e la sicurezza di lavorare in un’azienda sana, in un clima familiare, attento alla persona e capace di valorizzare le singole attitudini. Progetto dopo progetto, ho imparato molto e sono cresciuto professionalmente, lavorando con persone competenti, serie, affidabili, qualità queste che i nostri client, pubblici e privati, da sempre ci riconoscono.

Sono sempre stato bene in Electra e quando una persona sta bene in un posto di lavoro non pensa a cercare altro.

Quali sono le competenze più importanti che hai acquisito per la tua professione?

Credo che la voglia di fare, la voglia di mettersi in gioco ogni giorno, di non tirarsi indietro sia una caratteristica determinante per svolgere il mio lavoro. Devi essere pronto a stringere sui tempi quando necessario, a gestire emergenze, cambi di programma e richieste inaspettate. Credo che ognuno di noi sia il miglior rappresentate dell’azienda: serietà, flessibilità e capacità di relazione sono caratteristiche che ci accomunano tutti”.